Ecco come soffre un santo: Don Stanislao racconta Karol Wojtyla |
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Scritto da Angela Ambrogetti |
Domenica 04 Dicembre 2011 11:30 |
Ecco la mia rubrica su TEMPI in edicola questa settimana: “Lui ci ha mostrato come muore un uomo che ha fede.” Parole che sembrano stridere con la vita. Invece la esaltano. Le ho ascoltate dal cardinale Stanislaw Dziwisz, don Stanislao. Ovviamente parlava del Beato Giovanni Paolo II. Nei giorni scorsi del suo magistero della sofferenza hanno parlato in molti durante la Conferenza internazionale sulla pastorale sanitaria. Ho incrociato il suo sguardo con commozione. Quello stesso sguardo testimone della vita e della morte di un santo. “La sofferenza- ha detto- ha accompagnato il Santo Padre per tutta al vita, in diversi modi. Dall’inizio fino alla fine. Ma lui riceveva queste sofferenze, queste malattie come un dono del Signore. Dopo l’attentato ha detto: questa è una grazia per me! Il Papa voleva soffrire per la Chiesa e per l’umanità. I santi fanno così.” Karol Wojtyla ci ha insegnato che soffrire non è mai inutile. “Ha ridato alla morte e alla sofferenza dignità” dice il cardinale con voce profonda. “Oggi c’è il culto della forza della bellezza e della giovinezza, lui ha mostrato che la sofferenza ha un valore salvifico per l’uomo e anche per la società.” E poi ricorda quelle ore che in tanti abbiamo trascorso in Piazza San Pietro. “Quando si passa alla vita eterna, alla Casa del Signore tutti hanno paura. Io non ho visto sul suo volto paura. Lui si è preparato chiedendo la lettura del Vangelo di San Giovanni, nove capitoli nei quali si parlava dell’amore, e con queste parole è passato all’altra vita.” Così muore un santo, appunto.
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Ultimo aggiornamento Domenica 04 Dicembre 2011 11:33 |
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