Il Papa, il teologo, il tu e l' io della fede |
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Scritto da Angela Ambrogetti |
Mercoledì 28 Dicembre 2011 18:13 |
Ne cita il libro dedicato all’amore, parla dei giovani delle Giornate Mondiali della Gioventù, del loro entusiasmo, della loro voglia di donare, non per ottenere qualcosa o per paura dell’inferno, ma perché “esserci per gli altri è bello”. Osate, dice il Papa ai cardinali che gli fanno notare di esser anziani e che “vivere non è sempre poesia”. Perché la gioia, quella vera e profonda, “viene dalla certezza che proviene dalla fede: io sono voluto. Ho un compito. Sono accettato. Sono amato.” Ogni uomo ha bisogno che qualcuno gli faccia capire “è bene che tu ci sia”. Ma “ogni accoglienza umana è fragile” e noi abbiamo bisogno “di una accoglienza incondizionata” , per questo “ solo se Dio mi accoglie e io ne divento sicuro, so definitivamente: è bene che io ci sia.” Il Papa che qualcuno pensava lontano dai giovani, dall’entusiasmo, dalla passione, si dimostra sempre più il “grande innamorato”, il Papa della gioia conquistato proprio dai giovani delle GMG che come “cascate di luce” insegnano ogni giorno qualcosa all’illustre teologo che ama imparare da loro. |
Ultimo aggiornamento Mercoledì 28 Dicembre 2011 18:18 |
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