Giornalisti responsabili |
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Scritto da Angela Ambrogetti |
Lunedì 10 Dicembre 2012 10:20 |
Insomma ci sono giornali di ogni parte politica, legati a diverse cordate economiche, a diverse lobbies, e dentro le testate giornalistiche ci sono firme di riferimento di una parte o di un’altra, ma è sempre più difficile trovare notizie, verificate, di interesse pubblico, e correte. Si trovano pagine di commenti, di dichiarazioni, si leggono scoop veri e presunti, si trovano anche notizie costruite per creare una opinione “pubblicata” invece che pubblica, cioè condivisa. Ma questo evidentemente non basta ai lettori, cioè ai cittadini, che sempre più invece vanno sul Web alla ricerca delle “fonti dirette”. Occhetta scrive poi: “ Se in generale ai giornalisti italiani sono mancate le condizioni per essere liberi e indipendenti, diventare faziosi ed autoreferenziali sono state invece scelte precise.” Una affermazione che trova triste riscontro nella realtà dei quotidiani, settimanali e periodici che ogni mattina sono in edicola, tranne rare fortunate eccezioni, e che si manifesta con evidenza nei dibattiti televisivi, vere arene e campi di lotta dove sembra più necessario vincere che informare. Non parliamo poi di formare. Oltre questo c’è ancora un male da ricordare. Mentre le “firme” hanno tutele e compensi notevoli, i giovani e non solo, che creano i giornali, i tg e i gr con edizioni su edizioni e pagine su pagine, prendono si e no 20 euro a pezzo. E basta. Eppure senza questo lavoro i big non sarebbero nulla. Certo una forma di meritocrazia è giusta. Ma a partire da un minimo di rispettoso riconoscimento della dignità di una professione che richiede preparazione e responsabilità. Occhetta propone tre chiavi per una rinascita della professione: responsabilità, preparazione rigorosa, credibilità. Sono tre pilastri sui quali ricostruire il rapporto di fiducia tra media e cittadini, tra giornalisti e lettori. Un cammino in salita che il giornalismo cattolico dovrebbe percorrere per primo per dare esempio e ispirazione. Soprattutto sui grandi temi etici da affrontare attraverso la cronaca quotidiana e i fatti che ogni giorno accadano davanti ai nostri occhi. Purtroppo in alcuni casi si preferisce anche per la informazione religiosa seguire le logiche e le dinamiche della informazione politica. Il risultato è la confusione sui fatti da parte di tanti lettori che alla fine pensano che la Chiesa sia una specie luogo di spartizione di potere piuttosto arretrato e che blocca lo sviluppo dell’uomo. Colpa un po’ di tutti noi. Grazie allora a Padre Franscesco Occhetta che ci ricorda che la prima deontologia è una nuova riflessione antropologica “ sul modello di uomo e di società che si vuole promuovere, servire e difendere nello spazio pubblico.” |
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