Vaticano
Giovanni Polo II: La vera vita presuppone la morte PDF Stampa E-mail
Scritto da Angela Ambrogetti   
Lunedì 02 Aprile 2012 07:59

“Scusi Santità se le faccio una domanda forse un pochino strana, ma fa parte anche questa della problematica dell’uomo moderno. Lei sa che l’utopia o la presunzione della scienza medica è quella di arrivare a far sì che l’uomo non muoia più. Lei che dice di questa ipotesi o di questa presunzione della scienza medica, accetterebbe di non morire? Giovanni Paolo II: Per noi non è un problema non morire, il problema è avere la vita, ma non necessariamente quella terrena

ma avere una vita piena che è partecipazione della vita divina. Questa è la nostra visione e non è una utopia, ma è la nostra fede che noi professiamo ogni giorno. Credo in vitam aeternam.

Giornalista: Però presuppone la morte?

Giovanni Paolo II: Presuppone la morte, sì sì!

Era il 1986, il Papa era in volo verso Bogotà. Giovanni Paolo II era giovane, ma con la morte aveva avuto da poco un appuntamento mancato per poco nel 1981. Non parlava certo in astratto. Ma per un cristiano la morte è solo l’inizio della vita. Tanto che negli anni dopo il 1981 il Papa si spese fino allo stremo perché sapeva che se una mano, quella di Maria, aveva deviato la pallottola era perché lui lavorasse nel mondo.

La vera salvezza è un’altra cosa. Mi piace ricordare oggi, a sette anni dalla fine della sua vita terrena, a circa un anno dalla sua beatificazione, che la morte è appunto solo il portone aperto sulla vita.

 

 

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