Due Papi per una sola Chiesa |
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Scritto da Angela Ambrogetti |
Mercoledì 12 Febbraio 2014 09:13 |
Così quella che sembrava una lunga e triste Quaresima si è trasformata in un periodo di grazia e di conversione. E quel gesto di Benedetto XVI che sembrava chiudere una pagina della storia della Chiesa ha invece aperto la strada per un nuovo modo di vivere la Chiesa. Non penso solo all’ “effetto Francesco”, alla folla che si assiepa in Piazza San Pietro per abbracciare il Papa e scattare un”selfie” con la star da copertina. Penso piuttosto a quello che Francesco fa seguendo il solco tracciato dai suoi predecessori, e accompagnato da Benedetto XVI con la preghiera e con il consiglio. Quando per la prima volta abbiamo atteso le immagini impensabili di due pontefici che si abbracciano eravamo tutti in attesa di uno sconvolgimento. Quel 23 marzo a Castelgandolfo quando un anziano Papa emerito attendeva con il suo bastone e la giacca a vento un Papa appena eletto, non giovane ma vitale e informale sulla pista dell’ eliporto, aspettavamo un segno dal cielo. C’era un bel sole primaverile. Quello che per alcuni doveva essere una rivoluzione come il colore delle scarpe o il metallo della croce pettorale, era solo il colore tutto argentino di un papato che ancora dobbiamo capire. Certo, non è passato nemmeno un anno e la voracità dei media ha tentato di bruciare notizie e fatti ancor prima che avvenissero. Ma Papa Francesco non sembra voler seguire l’agenda dei media, così come non lo ha fatto Benedetto XVI e prima di lui non lo ha fatto Giovanni Paolo II, il Papa che ha creato un nuovo stile di racconto delle “cose di Chiesa.” Mentre nel silenzio, lontano dal clamore e dall’effetto superstar creato quasi per allontanare dai temi della fede e dalla Verità, due Papi hanno lavorato, ora possiamo dirlo, insieme. Certo ognuno in modo diverso, nell’ambito delle proprie competenze. Francesco affrontando la folla in Piazza e nelle parrocchie, istituendo commissioni e incontrando cardinali o malati. Benedetto pregando e obbedendo al suo successore, sempre a sua disposizione. Così Francesco lo ha voluto al suo fianco in un atto pubblico anche se inVaticano, e ha voluto che le telecamere immortalassero la sua visita natalizia al Monastero. Visite e telefonate, incontri e scambi che avvengono anche tramite il Prefetto della Casa Pontificia Georg Gänswein. Papa Benedetto ad un anno dalla dichiarazione pubblica della sua decisione di rinunciare al governo della Chiesa sembra essere ancora di più un faro luminoso. Riceve visite, e si mette in secondo piano se una troupe televisiva tedesca viene ad intervistare il fratello Georg per i suoi 90 anni. A ben pensarci la vera “rivoluzione” della rinuncia sulla quale in tanto hanno cercato dietrologie e complotti, è stata proprio quella di rimanere “ nel recinto di Pietro” di esserci senza dominare la scena, ed è nell’atteggiamento di Francesco che ha deciso di volere per se i consigli del “nonno saggio”, del teologo Ratzinger, del Papa emerito Benedetto XVI, dell’uomo di preghiera che fedele al suo nome Giuseppe, accompagna con la sua presenza discreta la vita della Chiesa che non sarà mai facile nonostante le piazze piene. POSTED BY IL SISMOGRAFO ORE 19:33 LABELS: (BENEDETTO XVI - LA RINUNCIA), (NEWS IN ITALIANO), -VATICANO, VATICANO
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