Giusto fra le Nazioni |
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Scritto da Angela Ambrogetti |
Martedì 14 Dicembre 2010 17:27 |
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“Abitavamo al Ghetto. Ricordo che un giorno del '43 nostro padre, Samuele, non ci accompagnò alla scuola dove andavamo di solito, a due passi da casa. Ci portò a Frascati, al collegio Mondragone, e ci disse che da quel momento ci chiamavamo Sbardella e non avremmo più rivisto la nostra famiglia. L'accoglienza di p. Cubbe ci salvò dalla Shoah e dalla follia nazista. E ci permise di vivere in modo quasi normale quel periodo difficile. Alla fine del guerra restammo al convitto per altri 4 anni”, ha ricordato Graziano Sonnino. “E’ stato padre Cubbe, insieme con i suoi confratelli, p. Primo Renieri, p. Dante Marsecano, p. Alberto Parisi, p. Ulisse Floridi, p. Silvio Benassi e p. Umberto Zaccari, ad accoglierci sotto la loro protezione e a far sì che la furia omicidia che si agitava sul capo degli ebrei non ci colpisse”. Il gesuita, come ha ricordato la dottoressa Link e come si legge nella motivazione del riconoscimento, scelse di nascondere i ragazzi a rischio della sua stessa vita e senza tentativi di convertire i piccoli alla fede cattolica.” Padre Cubbe è la prova che nell'ora del male assoluto, di fronte alla macchina di sterminio nazista, una singola persona retta e virtuosa può riportare la luce, mostrando l'umanità nella forma più alta e nobile”, ha dichiarato Link. Quella di “Giusto” è l'unica onorificenza civile in Israele, un riconoscimento singolare e particolare perché applica il termine ebraico “Giusto” a un non ebreo. “E' un modo per dire che chi ha salvato un ebreo è come se diventasse parte del popolo ebraico, perché, come dice il Talmud, 'chi salva un essere umano è come se salvasse il mondo intero'”. Il p. Raffaele de Ghantuz Cubbe, meglio conosciuto come p. Cubbe, nacque a Orciano Pisano il 10 ottobre 1904 ed è morto a Roma, presso la Residenza del Gesù, il 12 agosto 1983. Era il quarto di una famiglia di solida fede cristiana e di profonda devozione alla Chiesa; il padre, Marchese Riccardo fu cameriere segreto del Papa, da Benedetto XV a Pio XII. La famiglia era legata da amicizia con il salesiano don Michele Rua, futuro Beato. Raffaele entrò giovanissimo nella Compagnia di Gesù, dove ricoperse l’incarico di rettore del Nobile Collegio di Mondragone presso Frascati (1942-1947). Fu inoltre vice presidente della Pontificia Opera di Assistenza (POA) voluta da Pio XII per il sostegno delle vittime della Seconda Guerra Mondiale. Ufficio stampa della Curia dei Gesuiti |
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