Il Natale degli iracheni a Roma |
![]() |
![]() |
![]() |
Scritto da Angela Ambrogetti |
Lunedì 27 Dicembre 2010 10:20 |
![]() "Non volevamo fare festa per Natale quest'anno", dice uno di loro. "Non abbiamo inviato auguri e addobbato la casa. Ma in questa giornata è venuta un po' di gioia che ha messo in secondo piano le preoccupazioni". Sono arrivati alla comunità dello Studentato Teologico orionino alle 10 del mattino. Le donne si sono subito rimboccate le maniche e, nella cucina messa a loro disposizione, hanno preparato i cibi tipici della loro tradizione. Fuori, nel cortile, alcuni giocavano con la palla, altri hanno preferito il biliardo e il "calcetto". Il pranzo ha fatto ricordare affetti e sapori della propria casa lontana. C'è stato il tempo per il gioco della tombola, sperando di vincere anche la partita della vita. La giornata insieme si è conclusa con la celebrazione della santa Messa celebrata da P. Hani in lingua siriaca, nella festa della Santa Famiglia. "Ho ricordato loro il valore del Natale e dell'amore familiare che aiuta ad affrontare ogni avversità e rende tutto più bello", ci ha detto P. Hani. "Ho parlato loro della Provvidenza di Dio che ci ama e ci conosce anche se noi non lo conosciamo. Lui sa che ci siamo. Non ho voluto ricordare la situazione e il trauma dal nostro popolo. Non occorreva. Ma durante la Messa alcuni piangevano. Penso di gioia e di nostalgia. Volevamo vivere una giornata bella, ci siamo aiutati e ci siamo riusciti". |
Benvenuti!
|